Pubblicare annunci delle escort on line? Non è reato!

E meno male! Ci sono voluti però tre gradi di giudizio (diconsi tre!) per arrivare alla conclusione che “il fatto non sussiste” (Cass. Pen. Sez. III , Sentenza 03.02.12 n. 4443).

Spieghiamo meglio: una persona veniva condannata, in concorso con il gestore del sito, per ben due volte (Tribunale e Appello) perché, secondo i giudici di merito, “agevolava e/o favoriva la prostituzione” vendendo alle escort spazi all’interno di siti internet ove pubblicare i loro annunci.

Ora la Cassazione ha posto fine al “calvario“ giudiziario di questa persona, rilevando come la fattispecie contestata all’imputato debba ritenersi “cristallizzata…nel caso in cui alla attività di mera pubblicazione si aggiunga una cooperazione tra soggetto e prostituta, concreta e dettagliata, al fine di allestire la pubblicità della donna, che si offre per gli incontri sessuali, evidentemente per rendere più allettante l’offerta e per facilitare l’approccio con un maggior numero di clienti, cooperazione esplicantesi nell’organizzare servizi fotografici nuovi, sottoponendo le donne a pose erotiche, ponendo in essere una collaborazione organizzativa al fine di realizzare il contatto prostituta-cliente”.

Ora, rileva la stessa Corte, se si condannasse la pubblicazione pura e semplice, si dovrebbero condannare anche quei giornali e riviste che al pari pubblicano annunci pubblicitari dello stesso genere e tenore la cui attività è considerata un “normale servizio svolto a favore della persona che esercita il meretricio e non (a favore n.d.r.) della prostituzione”. Perché è chiaro: è il favoreggiamento della prostituzione come attività a dover essere punito, non il favore fatto alla persona. Ricordiamo che non è reato prostituirsi, bensì sfruttare, agevolare, tollerare, favorire la prostituzione: Legge Merlin.

(Chi non ha mai dato uno sguardo a questi annunci e si è fatto una risata? Affascinante seria e pulita cerca amici…)

Ma perché prendersi la briga di scrivere un articolo su questo tema? Ebbene, perché quando si parla di temi “scottanti” c’è di mezzo l’opinione pubblica, il sentire comune e perciò l’interesse generale.

Il fatto che risulta paradossale è che ci voglia tanto tempo e tanta sofferenza e, sicuramente, tante critiche da parte dell’opinione pubblica, prima di arrivare a un nulla-di-fatto: che poi, in questo caso, è una cosa del tutto logica.
Se non ci avete mai pensato, tre gradi di giudizio in tribunale e altrettanti gradi sui giornali, sono un peso enorme da sopportare, specialmente per un innocente: non a caso poco sopra l’ho chiamato calvario.

Che differenza c’è, dunque, tra la pubblicazione su quotidiani e riviste cartacee e pubblicazione su riviste on line? Nessuna.

E allora perché tanta perdita di tempo e di denari pubblici? Perché anche di questo si tratta. Ogni volta che la macchina giudiziaria si muove consuma la benzina pubblica, che si fa con i soldi di tutti.
Ma il pozzo delle nostre tasche si è esaurito da un bel po’ ormai: non sussiste, non più.

C.O.

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