Quando l’hashtag va sulla carta

Nei giorni finali del governo Berlusconi, Il Sole 24 Ore impatta sulle rassegne  stampa con una prima pagina a dir poco irrituale.
Il titolo è “fate presto”, impaginato in modo rivoluzionario, per carattere e corpo, rispetto agli standard istituzionali del quotidiano.
Il direttore Roberto Napoletano giustifica l’operazione appellandosi al principio di “rigore” che un quotidiano economico super partes deve esprimere, davanti all’evidenza di uno stato di crisi storico del nostro debito.

L’argomentazione del direttore è sensata, ma oggi viene assimilata dai lettori con una naturalezza che solo fino a pochi anni fa sarebbe stata impensabile. Questo avviene grazie all’impatto del digitale sui vecchi media: anche la prima pagina del Sole, su carta, è digitale durante il nostro atto di lettura.

La provocazione del quotidiano, che su carta ha il profilo di un’headline, si traduce su web come un topic: un aggregatore, cioè, di tutte le news attinenti al tema “crisi imminente”.
Nel leggere il titolo “liberty” della carta di Napoletano, il lettore ha applicato un “hashtag”, considerandolo sottinteso. Lo stesso hashtag che è, invece, ben esplicitato sulla home del quotidiano on line.

La digitalizzazione dello strillo ne ha cambiato la valenza anche sulla carta, sebbene la carta abbia mantenuto una grafica che, solo pochi anni fa, sarebbe stata vissuta come un manifesto politico.

Se la redazione fosse consapevole di questo rimane un mistero, ma di fatto il Sole ha potuto osare con insolita spregiudicatezza, mantenendo saldo il proprio posizionamento grazie alla multimedialità.

 

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Marco Fornaro, Presenza Online

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