In-game advertising, il caso Mangatar.

L’in-game advertising, ovvero la pubblicità all’interno di un videogioco, è un fenomeno sempre più in aumento negli ultimi anni. La diffusione dei browser game e l’aumento esponenziale dei casual gamers ha fatto sì che diventasse una delle forme di pubblicità più utilizzate e apprezzate, sia dal lato inserzionista che dal lato utente. È facile intuire il perché: l’inserzionista ha la possibilità di far passare il messaggio e farlo in una maniera coerente con il contesto di gioco, l’utente non vede la pagina di gioco “sfigurata” da numerosi banner, ormai sempre più inefficaci.

 

Un esempio, tutto italiano, di in-game advertising è Mangatar: si presenta come un social game ambientato nell’universo giapponese del manga. Per ora il progetto è in versione beta e il gioco non è ancora visibile agli utenti. Nonostante questo, è già possibile intravedere quale sarà la modalità di advertising disponibile su Mangatar.

 

Quello che è visibile online in questo momento è un tool per creare avatar in stile manga e una community di appassionati che condividono e commentano le loro creazioni. Il sistema, oltre ad offrire un set di elementi base, mette a disposizione aree tematiche, “luoghi”, dove sono presenti moduli tematici aggiuntivi. È qui che viene introdotto l’in-game advertising.

 

In queste aree l’inserzionista mette a disposizione dell’utente elementi ulteriori di personalizzazione, attraverso i quali promuovere il proprio brand e, soprattutto, coinvolgere emotivamente l’utente, offrendogli qualcosa di contestuale al gioco. La persona addicted a un marchio nella vita reale avrà quindi la possibilità di indossare lo stesso marchio anche nel web.

Una volta realizzato, l’avatar può essere utilizzato ovunque, su forum, blog e social network, facendo sì che ogni Mangatar diventi un testimonial.

 

Questo è un esempio realizzato con un brand fittizio. Ora immaginate l’avatar con il logo del vostro lovemark nota catena di caffetterie.

 

La sfida delle nuove realtà imprenditoriali social non è creare servizi per le aziende, ma essere nuovi media di riferimento. Il goal è riuscire ad avere una unique selling proposition, che induca i brand a scegliere questi media nonostante esista già Facebook.

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Raffaele Gaito – Presenza OnLine e co-founder di Mangatar

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